SESSUALITA' IN GRAVIDANZA
Le abitudini e gli stili di vita delle coppie in dolce attesa sembrano evidenziare la difficoltà di poter svincolare la sessualità dalla maternità. La prima viene marcatamente bloccata a favore della seconda, presumibilmente per un rifiuto sociale degli aspetti sessuali della maternità stessa (Ciolli, et al, 1996; Codispoti, De Aloysio, 1981).
Sembra esserci inoltre una difficoltà degli addetti ai lavori (ostetrici, ginecologi) a dedicare più spazio e tempo a questa tematica pur impegnandosi in attività educative come quella della preparazione al parto.
Inoltre, gli studiosi del settore che se ne sono occupati, hanno riservato maggior attenzione alla donna, per ciò che concerne la sessualità in gravidanza. Probabilmente sono troppi i cambiamenti bio-fisiologici, psicologici e sociali che riguardano la futura “mamma”, che si trova in bilico tra il “sessuale” presumibilmente conosciuto e il “materno” forse ancora da conoscere, o comunque sempre nuovo. È oltresì importante evidenziare anche la posizione in cui si trova il futuro papà.
Vivere la sessualità in una fase particolare e ricca di cambiamenti, come può essere quella di una gravidanza, sottolinea, nella coppia, momenti di intimità vissuti e reciprocamente confrontati ma facilmente lasciati all’intuito. Questa situazione può risultare quindi ricca di stimoli e novità legati al cambiamento in atto ma, può anche essere inibito dalla propria cultura e dai pregiudizi sociali.
Nel 1988 Cafaro, in un’indagine su educazione e comportamento sessuale nei giovani in Italia, sottolineò quei luoghi comuni e pregiudizi da dover sfatare proprio per evitare la eventuale “crisi” nella coppia.
I dati delle ultime ricerche condotte su campioni di puerpere in differenti dipartimenti di Clinica ed Ostetricia in Italia (Scarselli, et al, 2002, Cappato, et al, 1996, Ciolli, et al, 1996) hanno confermato quelli rilevati da Masters e Johnson nel 1966 (Masters e Johnson, 1967).
E’ stata osservata una modificazione in senso negativo sia per il desiderio che l’eccitazione, l’orgasmo e la soddisfazione; ed inoltre la frequenza dei rapporti sessuali sembra diminuire marcatamente nel passaggio dal secondo al terzo trimestre.
È utile sottolineare che le cause legate a tale andamento negativo, ove non sussistono controindicazioni mediche, possono essere riconducibili o ad una scarsa fruibilità di informazioni sull’argomento, recepite spesse volte in modo distorto e confuso (Ciolli, et al., 1996) oppure quando la donna non ritiene che la sessualità sia importante all’interno dell’ambito della coppia (Scarselli, et al., 2002).
Nelle coppie che non temono tale situazione, sembra esserci una significativa riduzione del coito a vantaggio di carezze-coccole e di masturbazione. A tale riguardo si evidenzia l’utilità di tali pratiche al fine di evitare l’insorgenza di disagi prettamente di natura sessuologica.
Sembra esserci inoltre una difficoltà degli addetti ai lavori (ostetrici, ginecologi) a dedicare più spazio e tempo a questa tematica pur impegnandosi in attività educative come quella della preparazione al parto.
Inoltre, gli studiosi del settore che se ne sono occupati, hanno riservato maggior attenzione alla donna, per ciò che concerne la sessualità in gravidanza. Probabilmente sono troppi i cambiamenti bio-fisiologici, psicologici e sociali che riguardano la futura “mamma”, che si trova in bilico tra il “sessuale” presumibilmente conosciuto e il “materno” forse ancora da conoscere, o comunque sempre nuovo. È oltresì importante evidenziare anche la posizione in cui si trova il futuro papà.
Vivere la sessualità in una fase particolare e ricca di cambiamenti, come può essere quella di una gravidanza, sottolinea, nella coppia, momenti di intimità vissuti e reciprocamente confrontati ma facilmente lasciati all’intuito. Questa situazione può risultare quindi ricca di stimoli e novità legati al cambiamento in atto ma, può anche essere inibito dalla propria cultura e dai pregiudizi sociali.
Nel 1988 Cafaro, in un’indagine su educazione e comportamento sessuale nei giovani in Italia, sottolineò quei luoghi comuni e pregiudizi da dover sfatare proprio per evitare la eventuale “crisi” nella coppia.
- le donne gravide perdono interesse al sesso;
- gli uomini non dimostrano interesse sessuale per le donne incinte;
- le donne gravide non riescono ad avere orgasmi;
- il rapporto sessuale praticato nei primi mesi di gravidanza può essere pericoloso, abortivo;
- fare l’amore durante la gravidanza indurrà il nascituro,una volta nato, ad avere un maggiore desiderio sessuale;
- un’attività sessuale troppo frequente lascerà un segno fisico sul bambino;
- lo sperma potrà arrivare fino al bambino che lo userà come nutrimento;
- i bambini nel ventre materno possono sentire ciò che avviene durante il rapporto sessuale;
- il peso dell’uomo e le sue spinte possono danneggiare il bambino.
I dati delle ultime ricerche condotte su campioni di puerpere in differenti dipartimenti di Clinica ed Ostetricia in Italia (Scarselli, et al, 2002, Cappato, et al, 1996, Ciolli, et al, 1996) hanno confermato quelli rilevati da Masters e Johnson nel 1966 (Masters e Johnson, 1967).
E’ stata osservata una modificazione in senso negativo sia per il desiderio che l’eccitazione, l’orgasmo e la soddisfazione; ed inoltre la frequenza dei rapporti sessuali sembra diminuire marcatamente nel passaggio dal secondo al terzo trimestre.
È utile sottolineare che le cause legate a tale andamento negativo, ove non sussistono controindicazioni mediche, possono essere riconducibili o ad una scarsa fruibilità di informazioni sull’argomento, recepite spesse volte in modo distorto e confuso (Ciolli, et al., 1996) oppure quando la donna non ritiene che la sessualità sia importante all’interno dell’ambito della coppia (Scarselli, et al., 2002).
Nelle coppie che non temono tale situazione, sembra esserci una significativa riduzione del coito a vantaggio di carezze-coccole e di masturbazione. A tale riguardo si evidenzia l’utilità di tali pratiche al fine di evitare l’insorgenza di disagi prettamente di natura sessuologica.