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Se mi innamoro sarà perchè...

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L’innamoramento interessa tutti inevitabilmente: giovani e anziani, belli e brutti, ricchi e poveri.(!..)

La ricerca da anni sta cercando di capire quali sono i meccanismi alla base dell’amore. Come ci si innamora, quando, di chi, perché ma anche come, quando e perché svanisce.

I momenti dell’amore sono diversi, complicati e imbricati fra loro: attrazione, innamoramento, corteggiamento, unione, sesso, a volte matrimonio, attaccamento ma anche infedeltà, gelosia e separazioni.

Ad orchestrare questo accavallarsi di emozioni, sensazioni, sentimenti, pensieri e comportamenti è il nostro cervello.

L’aspetto più recente degli studi sull’amore sono infatti esperimenti atti ad esplorare e cercare di comprendere i meccanismi biologici di base nella rete cerebrale.

Nel 2005 la Dr.ssa Lucy Brown Professoressa di Neuroscienze presso la Facoltà di Medicina A. Einstein di NY insieme all’antropologa Helen Fisher ha condotto degli studi con volontari che si definivano “innamorati da poco” attraverso l’utilizzo di immagini ricavate dalla risonanza magnetica funzionale (fMRI).

La fMRI permette di scannerizzare fette sottili dell’encefalo molto velocemente durante l’esecuzione di compiti e/o la presentazione di stimoli (visivi,uditivi etc). L’aumento del flusso sanguigno in una determinata area cerebrale è indicazione del fatto che è in funzione.

Durante l’esecuzione della fMRI vennero fatte vedere agli studenti selezionati, foto della persona amata alternate ad altre neutrali  e ripetendo il tutto diverse volte.

Si è così notato come durante la visualizzazione delle foto della persona amata i volontari presentavano l’attivazione di due aree cerebrali: il nucleo caudato - parte del sistema che presiede alle sensazioni del piacere e soprattutto pianifica i movimenti diretti ad ottenere tali sensazioni- e l’area ventrale segmentare -la zona in cui prodotta la dopamina viene spinta verso altre aree cerebrali.

La dopamina è uno dei neurotrasmettitori che stimolano e modulano il passaggio del segnale nervoso. Alti livelli di dopamina producono energia, iperattività, perdita di sonno e dell’appetito.

Analoghi risultati furono ottenuti dall’equipe del Dr. A. Bartels e del collega S. Zeky all’University College di Londra qualche anno prima esaminando individui sottoposti a fMRI mentre guardavano diverse fotografie: della persona amata e di tre amici del loro stesso sesso ed età. Questi studi suggerirono l’esistenza di una determinata rete neuronale collegata all’innamoramento formata da quelle zone dove si concentrano i recettori della dopamina. Proprio perché alti livelli di dopamina innalzano il livello di attenzione, di iperattività, di vigilanza ecc., si creano così le condizioni perché l’innamorato si concentri a tempo pieno sull’amato e faccia di tutto per mantenere questa relazione.

Certamente le cose sono più complicate di quanto appaiano. Sarebbe sicuramente sorprendente che uno stato emotivo complesso come l’innamoramento risultasse circoscritto in certe aree relativamente molto piccole del cervello.

Vista però la capacità dell’innamoramento di influenzare in maniera così importante il nostro comportamento è probabile come queste aree non agiscano in maniera isolata.

Altre variazioni a livello biologico durante l’innamoramento sono stati individuati in Italia tramite uno studio della Dr.ssa Donatella Marazziti psichiatra nel 1999 presso l’Università di Pisa.

La sua ricerca riguardava pazienti affetti da disturbi ossessivo-compulsivi. Si voleva capire se queste “fissazioni” comportamentali fossero collegate a una qualche variazione nell’attività di alcuni neurotrasmettitori.

Tramite esami ematochimici si è visto come chi soffre di disturbi ossessivo-compulsivi ha un livello di serotonina più basso. Inferiore di circa il 40% rispetto alla norma.

Poiché  anche durante la fase dell’innamoramento profondo c’è una “fissazione”  verso la persona amata il gruppo di ricerca ha effettuato gli stessi dosaggi di serotonina anche a persone innamorate.

Il campione è stato scelto tra studenti volontari, di ambo i sessi con le seguenti caratteristiche: innamorati da meno di 6 mesi, pensare alla persona amata almeno 4 ore al giorno, non aver mai fatto l’amore insieme. Furono messi a confronto venti studenti innamorati, venti pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo, venti persone normali non innamorate.

I risultati mostrarono che così come i pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo anche i giovani innamorati presentavano la stessa riduzione di serotonina pari al 40% in meno.

I giovani innamorati vennero ri-esaminati qualche mese dopo e il loro livello di serotonina era rientrato nella norma.

Parrebbe quindi aver trovato la formula magica dell’innamoramento!

Più dopamina e meno serotonina !!

Ma cosa succede a questa formula magica se alziamo il livello di serotonina e quindi riduciamo la dopamina?

Possiamo chiederlo agli antidepressivi. Ma non a tutti…solo a quelli usati senza una reale diagnosi, senza controllo della terapia da parte di uno specialista e a tutti quegli americani che negli ultimi anni ne hanno moltiplicato l’uso-abuso.

Queste sostanze  alzano il livello della serotonina ed alzando il livello di serotonina riducono quello della dopamina. Come abbiamo visto dagli studi citati precedentemente la dopamina é associata con l' innamoramento. E non solo deprimono la dopamina, ma anche il desiderio sessuale. Limitando il desiderio sessuale riduci le probabilità che una persona si innamori, riduci le possibilità di una vita sessuale appagante, riduci le possibilità di una qualità di vita soddisfacente.

Nel tempo che avete impiegato a leggere quest’articolo molte persone nel mondo si sono probabilmente innamorate. Alcuni si stanno baciando, altri si stanno separando, alcuni litigano, altri fanno l’amore, alcuni si vedono per la prima volta altri si stanno dicendo addio, c’è chi scrive poesie, chi sta cercando la melodia giusta, chi pensa a cosa regalare e a come prepararsi…insomma…

Se mi innamoro sarà perché…. è il dolce inganno dell’amore.